FamigliarMente
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La famiglia e le sue
dinamiche. I rapporti reciproci,
le fasi del ciclo vitale, gli
eventi più importanti.
Volare via dal nido
Tanti
anni fa, ho allevato una cinciallegra. Era caduta dal nido
quando era ancora senza piume ed era del tutto
indistinguibile da qualunque altro uccellino da poco uscito
dall'uovo, tutto becco - spalancato - e pigolii
strappa-core. Sulla lampada del mio soggiorno ha imparato ad
appollaiarsi stando in equilibrio su una zampina sola, dal
mio armadio ha spiccato i primi voli con atterraggi non
proprio morbidi sulla mia testa, dalle ciotole che le
mettevo a disposizione ha finalmente imparato a prendersi il
cibo, dopo essere stata imbeccata per settimane. Quando è
diventata del tutto autonoma, l'ho portata a
rinselvatichirsi nella voliera della Signora Hulsmann*,
prima che fosse liberata in un'oasi naturalistica. Era
necessario questo passaggio affinché fosse in grado di
affrontare la vita nel suo habitat. Ebbene, i primi giorni
lontano da me, faceva finta di non saper mangiare da sola, e
pigolava disperatamente in attesa di essere imbeccata!
Osservata di nascosto quando credeva di essere sola,
riprendeva a mangiare tranquillamente.
Non vi
sembra che tanti ragazzini della specie homo sapiens
facciano esattamente la stessa cosa?
Mamma, mi dai questo? Mamma, mi fai quest'altro? E'
difficile dire di no, soprattutto quando per tanti anni ci
si è sostituiti ai figli, quando si è tratto orgoglio e
gratificazione dall'accudirli nelle loro necessità, nel
cercare di prevenire i loro desideri, nel proteggerli da
fatiche e sacrifici ritenuti troppo pesanti per loro. E'
difficile, ma necessario.
Di certo
non bisogna aspettarsi che l'iniziativa parta dai ragazzi: è
così comodo avere qualcuno che si ricorda di tutto, che
provvede a tutto... E' così comodo non prendersi alcuna
responsabilità, né doversi organizzare il proprio tempo, o
amministrare il proprio gruzzoletto...
Sta ai
genitori, una volta di più, prendersi il carico - non sempre
piacevole e facile - di una piccola graduale rivoluzione
nella vita dei propri figli, cominciando il più presto
possibile. Perché loro faranno resistenza, altroché se la
faranno!
La
"paghetta" non serve solo a pagare i piccoli sfizi, serve al
bambino per imparare a gestire il
denaro, a fare dei programmi,
a stabilire delle priorità.
Tenere in ordine la propria camera, prendersi un incarico
nelle faccende domestiche, accudire un animale, sbrogliare
da soli le piccole difficoltà scolastiche o relazionali,
sono tutte cose che un bambino, anche piccolo, può fare da
solo, sempre che lo si ponga nelle condizioni di farle.
Sempre che gli adulti siano capaci di
gratificarlo per quello che fa. E' così che diventa
grande, è così che imparerà a considerare i propri doveri
non come un intollerabile peso, ma come fonte di
sicurezza e
soddisfazione.
Insomma,
ogni volta che fate qualcosa al posto di vostro figlio,
chiedetevi: perché lo sto facendo? lo faccio veramente per
lui, per il suo bene? o lo sto facendo per me, perché
mi fa sentire importante, indispensabile... ? oppure sto
tentando di compensare altre carenze, altre assenze?
La
difficoltà sta sempre nel trovare la giusta via di mezzo:
non pretendere troppo, ma neppure troppo poco, e soprattutto
bisogna tener conto dell'età, della situazione e del
temperamento del singolo bambino. Il quale, non bisogna
dimenticarlo mai, presto, molto presto, se ne andrà in giro
per il mondo e sarà bene che per quel momento sia pronto a
cavarsela da solo.
*
Eva
Hulsmann era una gentile signora che viveva,
letteralmente, insieme agli uccelli, raccoglieva quelli
feriti o caduti dal nido, liberava in luoghi adatti
quelli autonomi, teneva con sé quelli incapaci di
sopravvivere in libertà e soprattutto li dipingeva, con
perizia e amore infiniti, per libri ed enciclopedie. Se
n'è andata non molto tempo fa, in un paradiso, forse,
pieno di uccellini.
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