
IL PRISMA 2
.. l’originalità e l’autonomia di chi pensa ad un problema con la
mente
sgombra da preconcetti e schemi rigidi...
... cercare di vedere, di volta in volta prendendo
spunto dall’attualità, almeno un altro lato – oltre a quello più visibile –
di un immaginario
prisma
che
può servire a rappresentare, simbolicamente, situazioni, temi, concetti,
frequentemente presenti nei nostri discorsi, sui giornali, nelle
televisioni...
IL
TELEGIORNALE
Il
telegiornale che preferisco, quello più equilibrato, quello
più neutrale… è il mio!
No,
purtroppo non possiedo televisioni, non sono un direttore di
giornale, non sono neppure una giornalista. Ma io il
mio telegiornale riesco
a farmelo lo stesso. E ognuno di voi può fare altrettanto.
Come? Come in un gioco,
un puzzle, un collage, una partita a scacchi…
Prendiamo una notizia qualsiasi. Il politico
Pippo fa un comizio,
tocca gli argomenti A B C D.
Viene applaudito per gli argomenti
A e B e viene
fischiato per gli argomenti C
e D.
La sera
il TG-101 riferisce che il
comizio è stato un successo, che c’erano 300 mila persone,
che il clima era di festa, e mostra le immagini in cui la
gente sventola le bandiere e applaude per gli argomenti
A e
B.
Passiamo
ora al TG-102: dice che il
comizio è stato un fiasco, che i partecipanti erano sì e no
50 mila, che il clima era tutt’altro che pacifico. Le
immagini mostrano la gente che urla slogan violenti, che fa
gesti non proprio di gioioso entusiasmo, e che fischia gli
interventi sugli argomenti C
e D.
Se si
resiste a guardare i TG 103,
104, 105,
106, ecc., si potrà fare un
collage di tutte le
informazioni, si potrà
cercare di scartare gli eccessi in un senso e nell’altro,
nonché di escludere mentalmente le
opinioni dei vari giornalisti, inviati,
corrispondenti, ospiti in studio, e forse… dico forse… si
potrà avere un’idea di quello che realmente è successo.
Naturalmente ci vogliono alcuni
pre-requisiti essenziali: non essere parenti di
Pippo, non essere militanti di
questa o quella corrente politica che sostiene i singoli TG,
non dovere riconoscenza a chicchessia per aver ottenuto un
posto di lavoro, una casa, una pensione di (incerta)
invalidità, o qualsiasi altro privilegio, da nessuna delle
forze in gioco, essere onesti con sé stessi, ed avere del
tempo a disposizione.
Dati
tutti questi requisiti, ci si può allenare – non è facile -
a scoprire un po’ di verità,
condita da obiettività q.b.,
nella marea di notizie che ci sommergono ogni giorno. Niente
paura, non sto suggerendo di passare la vita a guardare
tutti i TG, - spero che abbiate di meglio da fare -
basta farlo una volta ogni tanto, quando un avvenimento ci
interessa particolarmente, e ci interessa veramente capirne
tutti gli aspetti.
Lo
stesso discorso, va da sé, vale per la carta stampata
(perché non comprare 3 o 4 giornali diversi, ad esempio una
volta al mese?), o per i libri, siano essi testi scolastici,
o divulgativi, o saggi, o premiati best-seller di moda.
Un altro
elemento utile è approfondire le
fonti: chi ha
fornito i dati, l’attendibilità dei dati stessi, la
loro reperibilità, chi
parla (o scrive), la sua storia, la sua preparazione, e
perché no? la sua reputazione (o è una parola passata di
moda?). E’ ad esempio importante che i commenti vengano
esplicitamente accompagnati da informazioni controllabili
sulle fonti, o viceversa dalla frase “è mia opinione che …”.
E’ ovvio che se la dimostrazione
di una qualsiasi tesi, si basa su un
presupposto approssimativo, o errato, o addirittura
falso, tutto il discorso viene a cadere, per quanto logico e
razionale sembri il ragionamento.
Quando
si diventa esperti in questo gioco,
non sarà difficile scoprire quante volte si afferma
qualcosa, per poi inventare il presupposto da cui
l’affermazione dovrebbe invece scaturire. Io non posso dire:
“Pluto ha detto che la luna è quadrata, quindi Pluto è un
bugiardo”. Devo prima dimostrare che Pluto abbia detto che
la luna è quadrata. Eppure, se si impara a farci caso, ci si
accorgerà di quante persone affermano, convinte, qualcosa,
senza sentirsi in dovere di dimostrare nulla, credendo – o
volendo far credere - che una cosa sia vera solo per
averla affermata.Infine non guasta ogni tanto chiedersi:
“cui prodest?” Il vecchio detto
latino ci invita a domandarci chi
trae vantaggio da un’affermazione o da un’azione. Essendo io
piuttosto scettica sulle tendenze altruistiche dell’essere
umano, e non scandalizzandomi del fatto che ognuno cerchi di
trarre qualcosa di buono per sé, preferisco chiedermi:
quale è il vantaggio che
questa persona si aspetta? E’ un vantaggio lecito,
accettabile, che può portare vantaggi anche ad altri? O è un
fine meschino, esclusivamente egoistico, abietto o dannoso
per altri?
Insomma,
dando per scontato che l’obiettività
non esiste, e che il giudizio di ciascuno è sempre
– più o meno – influenzato da mille e uno fattori, l’unica
cosa da fare è… ricordarsene e
tenerlo sempre presente: forse è solo questa la chiave per
un maggiore reciproco rispetto.
Home
Indice
Informazioni
|